La passione per l'arte non è nata in un giorno, ma è cresciuta dentro di me lentamente, fin da bambina. Ricordo la luce soffusa del salotto e i silenzi concentrati. Mio padre mi guidava: i balli si trasformavano in lezioni, le sue mani che guidavano le mie per tracciare il primo, incerto, profilo su un foglio. Forse, in quegli istanti magici, si è delineato il mio percorso.
Non mi sono mai accontentata: ogni volta che conoscevo bene una tecnica, sentivo che dovevo andare oltre. Ho studiato, sono stata curiosa e ho assorbito ogni stimolo dal mondo che mi circondava, sempre in cerca di un modo per espandere il mio orizzonte creativo.
Non ho mai pronunciato la parola “artista” con leggerezza; per me era carica di valori e significati profondi: significava dedizione, onestà emotiva, e la responsabilità di guardare il mondo con occhi sempre nuovi. Per questo, il giorno in cui mi chiesero “Cosa fai nella vita?”, la risposta arrivò senza esitazione. Non sentii il bisogno di pronunciarla ad alta voce. La risposta era già lì, dentro di me.
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